giovedì 26 febbraio 2009

Provare l'esistenza dell'inconscio

L'inconscio è morto, viva l'incoscio.

Un ipnotista non dubita nemmeno un istante dell'esistenza di processi inconsci, qualunque cosa questa metafora stia a significare, perché li vede all'opera ogni volta che ipnotizza. Paure, ansie, dolori cronici, spariscono a volte come per incanto, dopo pochi minuti di ipnosi, con l'applicazione di ... nulla, senza alcuna partecipazione evidente della persona al processo e senza che lei stessa ne sia consapevole.

Sembra che un consigliere interno abbia agito in sua vece, risolvendo le cose. Sconcertante, ma vero, e molto comodo da utilizzare.

L'ipnosi ha anche un grande impatto sul sistema neurovegetativo, senza che esista un'ipotesi plausibile sulle cause per cui questo avviene. Che l'ipnosi agiscaattivando meccanismi finora sconosciuti e sfuggiti a numerose indagini, è un fatto accertato e acquisito come un dato di fatto dagli ipnotisti, che peraltro, nella pratica quotidiana, guardano ai risultati ottenuti con l'ipnosi piuttosto che alle teorie.

LeDoux (1996) in base ai presupposti della "rivoluzione cognitiva" il movimento che sosteneva che la psicologia diventasse una scienza obiettiva basata su comportamenti osservabili nei test effettuati su soggetti, reintrodusse l'idea che l'esame dei processi inconsci, fosse un obiettivo leggittimo dell'interesse scientifico.

Putroppo per lui, e per noi poveri ipnotisti, Kent Berridgeat (University of Michigan), ha portato avanti alcune ricerche sul tema dell'inconscio, e nonostante alcune buone evidenze, in uno studio di Berridge & Winkielman (2003) affermano che l'esistenza di emozioni inconsce è ancora controverso.

Insomma, sembra che l'inconscio non esista, o almeno qualcuno lo mette in dubbio.

In attesa che ulteriori ricerche facciano luce sulla spinosa questione, l'ipnosi continuerà ad utilizzare l'immaginazione e le emozioni, la trance e i processi inconsci, come fa ormai da molto tempo con successo. Se poi l'inconscio non dovesse proprio esistere, ce ne faremo una ragione, e continueremo ad andare avanti per la nostra strada.

Consulta le ricerche originali.

LeDoux, J. (1996). The emotional brain: the mysterious underpinnings of emotional life. London: Simon & Schuster.

Berridge, K., Winkielman, P. (2003). What is an unconscious emotion? (The case for unconscious "liking"). Cognition Emotion, 17(2), 181-211

domenica 22 febbraio 2009

Dieci domande, dieci risposte

Dieci risposte alle dieci domande più comuni e diffuse riguardo all'ipnosi, che tutti fanno o hanno pensato di fare almeno una volta. 

I pregiudizi e le mistificazioni sull'ipnosi sono così tanti e così profondamente radicati, che hanno contribuito a creare una sorta di misticismo sui poteri dell'ipnotista e su quello che con questi poteri si può realizzare. Più di una persona, quando viene a sapere che sono un ipnotista, mi dice senza scherzare: "Ti prego non guardarmi negli occhi.", e si tratta di adulti con un ottimo profilo culturale.

E' difficile credere che la stessa cosa che ti fa fare il tacchino sul palcoscenico possa essere reputata una scienza da molti seri e onesti scienziati, e da tanti ipnotisti che la usano per il benessere dei loro clienti.

Sfatare l'alone di magia così strettamente legato all'ipnosi è difficile ma non impossibile, una volta che si sappia rispondere correttamente a una serie di domande, che sono quelle che più di altre tradiscono la paura che forma la base dei pregiudizi sull'ipnosi. Quando si ha paura di qualcosa si tende a raffigurarsela come grande, potente, sovraumana e invincibile: nessuno ha paura di un passerotto, a meno che sia convinto che possa pietrificare gli uomini con lo sguardo. 

A contribuire all'immagine invincibile e terrificante dell'ipnosi, hanno dato un grande contributo gli spettacoli da palcoscenico. Quando salite su un palco preceduti dalla fama di grande ipnotista a cui nessuno può resistere, avrete un successo straordinario. Anche i Beatles fecero qualcosa di simile, infatti ai primi concerti il loro agente mandò delle ragazze davanti al palco a urlare e svenire. Indovinate cosa succedeva nei concerti successivi? Non c'era bisogno di mandare nessuna ragazza, ci andavano da sole a svenire.

La domanda al primo posto nella lista riguarda la paura di perdere la nostra identità.

Perdo conoscenza quando sono in ipnosi?

Assolutamente no. Si sente tutto quello che succede intorno, ma la nostra attenzione è focalizzata all'interno, per cui quello che accade fuori, a meno che non sia un pericolo, non ci disturba, e possiamo ignorarlo e fare come se non esistesse. Continuiamo a pensare e non ci dimentichiamo chi siamo né cosa stiamo facendo, non diventiamo automi.

Cosa succede se non mi sveglio?

La domanda al secondo posto è legata alla paura di perdere a tal punto il controllo della nostra mente da rimanere perduti in una sorta di limbo senza ritorno. In realtà l'ipnosi non è uno stato di sonno, anche quando ne ha tutte le apparenze esteriori, e cessa naturalmente dopo qualche tempo, se non si è più in contatto con l'ipnotista.

L'ipnosi è pericolosa?

Più un'affermazione che una domanda. Quando si approfondisce l'argomento si scopre che l'ipnosi è assolutamente innocua e sicura, come testimonia l'ampia letteratura sull'argomento.

Dirò tutti i miei segreti?

No, in ipnosi si parla poco, e quando si parla si ha la stessa volizione che nello stato di veglia. Non si dice nulla di improprio o che non si voglia rivelare. 

Farò cose immorali?

In ipnosi non si perde coscienza e non si perdono di conseguenza i propri valori morali. Le azioni indesiderate non sono eseguite.

L'ipnotista leggerà la mia mente?

E' una domanda che mi è stata fatta più volte, e a cui ho sempre risposto: magari. Sarei veramente curioso di riuscire a scoprire se ci sono cose tanto diverse nella mente di un'altra persona, rispetto a quelle che ci sono nella mia.

L'ipnosi funziona?

L'ipnosi è un modo semplice, rapido ed efficace per conquistare un maggiore controllo sui propri comportamenti, emozioni e benessere.

L'ipnosi è paurosa?

No, anche se non è rilassamento, si accompagna di solito a un profondo e benefico rilassamento, che di per sé è molto piacevole e salutare, e che sperimentiamo poche volte nella vita con la profondità con cui si sperimenta in ipnosi.

Farò qualcosa di stupido?

Nessuno ipnotista che abbia a cuore l'ipnosi e il benessere del suo cliente farebbe fare qualcosa di stupido.

sabato 21 febbraio 2009

Troppo semplice

Benson era un medico che scrisse negli anni settanta anni fa un libro che ancora oggi è assai famoso, dal titolo "The Relaxation Response".

Il libro dimostra come lo stress influenzi negativamente la nostra vita, e possa essere causa di disturbi e malanni. Allo stesso tempo dimostra come la semplice pratica della meditazione abbia degli effetti benefici sul nostro intero organismo. Il libro, alla sua uscita, conquistò la vetta nelle classifiche di vendita.

Benson fu un precursore della ricerca mente-corpo, e propose nel suo libro un sistema assai semplice per riconquistare la calma e abbattere lo stress. Lo fece saccheggiando quello che le filosofie orientali conoscevano già da aleno 5.000 anni, e studiando profondamente la meditazione trascendentale, ma lo fece in modo da renderlo accettabile al pubblico occidentale, che non ha nessuna intenzione di far ruotare la propria vita intorno a una filosofia mistica o all'esercizio delle pratiche di meditazione.

Vogliamo cose veloci, rapide, efficienti, che non facciano perdere tempo, perché nella nostra vita affannata in mezzo al traffico delle città, tempo ne abbiamo davvero poco. Inoltre siamo impazienti, e vogliamo vedere subito i risultati. Sapere che saremo santi tra dieci anni non ci interessa, preferiamo essere beati subito.

Da questo punto di vista il metodo di Benson è imbattibile, infatti si tratta di :
  1. Respirare profondamente
  2. Ripetersi una parola o una frase
  3. Ripetere i passi 1 e 2 per 10-20 minuti al giorno
Quando lo propongo o lo insegno insieme ad altre tecniche di rilassamento, la domanda più frequente è "Tutto qui?!", con un misto di perplessità e sfiducia. La risposta è un semplice e definitivo sì: basta farlo e farlo bene. Non occorre veramente altro. I risultati arrivano con una pratica regolare. Se qualcosa sembra semplice, non vuol dire che non sia potente.

Se avete venti minuti al giorno per starvene in pace con gli occhi chiusi, utilizzate con fiducia questo sistema, il tempo speso vi ripagherà in efficenza, calma e tranquillità. Affronterete meglio le situazioni stressanti e perderete la calma con minore frequenza.

"Non vale. tutto questo, 10 o 20 minuti della vostra giornata?”

giovedì 19 febbraio 2009

Ipnosi di fatto e di nome

Una ricerca di Balaganesh Gandhi e David A. Oakley dal titolo "Does ‘hypnosis’ by any other name smell as sweet? The efficacy of ‘hypnotic’ inductions depends on the label ‘hypnosis’", studia qual'è l'impatto del termine ipnosi sull'efficacia delle procedure diinduzione ipnotica.

Due gruppi di soggetti sono stati sottoposti alla stessa tecnica ipnotica, ma al primo gruppo era stato detto che sarebbe stata effettua una tecnica di rilassamento, al secondo gruppo che sarebbe stata effettuata una tecnica ipnotica. I due gruppi sono stati successivamente misurati per verificare la loro suggestionabilità prima e dopo una procedura ipnotica, che era stata chiamata "ipnosi" o "rilassamento" a seconda dei gruppi.

La ricerca ha mostrato che la procedura produceve un modesto incremento di suggestionabilità quando era chiamata "rilassamento", ma uno assai maggiore quando era chiamata "ipnosi".

Sembra insomma che l'ipnosi sia tale non solo di fatto, ma anche di nome.
D'altra parte è noto da tempo presso gli ipnotisti, che le aspettative del soggetto accrescono di molto i risultati. La fede smuove le montagne, all'ipnosi basta solo un po' di fiducia.

Riferimenti :  efficacia del termine ipnosi

Autoipnosi come fare

L'autoipnosi è una capacità, e come tale può essere appresa e sviluppata. L'importante è impararla in maniera corretta, in modo da non fare errori che se reiterati nella pratica rendono il processo di autoipnosi inefficace e difficile da correggere in seguito.

Questa è uno schema di misurare da adottare per sviluppare le proprie capacità autoipnotiche.

Primo passo

Scegliere uno massimo due obiettivi. Gli obiettivi devono essere misurabili e raggiungibili. Ad esempio potete decidere di rimanere senza sigarette per cinque giorni, o semplicemente di rinunciare alla sigaretta del mattino, oppure di affrontare il prossimo esame tranquilli e sereni. Questi sono esempi di obiettivi misurabili e raggiungibili.

Piacere a tutti, è un obiettivo misurabile solo se interrogate le altre pesone, se siete sicuri che vi dicano la verità, e soprattutto irraggiungibile per quanto simpatici e piacevoli possiate essere. Almeno una persona sulla faccia della terra che non vi ama la troverete.

Un altro esempio di obiettivo irraggiungibile è quello che coinvolge le azioni e le intenzioni di un'altra persona. Fare autoipnosi perché qualcuno si innamori di voi è tempo perduto. Diventerete adorabile, affascinante e seducente, magari, ma il risultato finale non dipende da voi in questo caso.

Secondo passo

Cominciate a praticare regolarmente autoipnosi. Usate un processo di induzione che vi è stato insegnato, uno stimolo-chiave o un'ancora che avete deciso con il vostro ipnotista, o ascoltate un cd o un mp3 con l'induzione. Può essere stata preparata da voi stessi, da un ipnotista o acquistata in rete. L'importante è che vi faccia raggiungere un buono stato d'ipnosi.

Prima di cominciare l'induzione, stabilite quanto tempo deve durare. Il vostro inconscio calcola il tempo meglio di qualsiasi orologio, e vi sveglierà dopo il tempo statbilito con una precisione stupefacente.

Terzo passo

Utilizzate le suggestioni opportune nel modo previsto dalla vostra procedura di induzione. Alcune procedure di induzione prevedono che le induzioni siano somministrate prima, altre dopo il processo di induzione. Qualunque sistema utilizziate fate in modo di scrivere suggestioni che siano brevi, espresse in forma positiva e centrate solo sul problema che volete risolvere. Se mirate al sole e alla luna mancherete entrambi i bersagli.

Se vi piace, utilizzate l'immaginazione per entrare con il maggiore dettagli possibile in una scena in cui vedete risolto il vostro problema e vi sentite confidenti e orgogliosi di avercela fatta. Siate dei bravi registi di voi stessi, costruite le scene con cura, metteteci dentro colori, sapori, odori, suoni e sensazioni. utilizzate qualunque cosa vi venga in mente.

Quarto passo

Accetatte qualunque immagine venga alla mente e osservate curiosi quello che succede. Abbandonatevi al flusso dei vostri pensieri, e se ne capita qualcuno di estraneo ditegli semplicemente di andare via, vedrete che in breve tempo sparirà.

Quinto passo

Se non avete stabilito nessun tempo limite per la seduta contate da uno a cinque per risvegliarvi, oppure affidatevi al CD che state ascoltando, che dovrebbe contenere la procedura di risveglio.

Quindi riaprite gli occhi e godetevi il resto della giornata.

Se vi siete fissati un limite di tempo prima della seduta, stimate quanto tempo è durata secondo voi, e confrontatela con il responso dell'orologio. Se la seduta vi è sembrata più corta o più lunga di quanto verificato con l'orologio, vuol dire che avete sperimentato una distorsione temporale, un buon indicatore dell'esperienza di trance.

mercoledì 18 febbraio 2009

Ipnosi e fertilità

Quando si desidera un bambino che non arriva, si prova in tutti in modi di averlo, ma nonostante gli esami clinici siano negativi, non succede nulla. Sembra che più si prova ad avere un figlio, meno si riesca.

Ci sono molte opportunità messe a disposizione dalla medicina, ma nonostante i progressi il loro tasso di successo è soltanto del 20%.

L'ipnosi può risolvere il problema dell'infertilità. Studi effettuati in Israele dal professor Eliahu Levitas, ad esempio, indicano come la possibilità di impiantare un embrione salgano fino al 55% nelle donne sottoposte a sedute di ipnosi, rispetto al 20% che non aveva seguito lo stesso sistema.

L'ipnosi può essere utilizzata anche per trovare la fertilità perduta, quando non ci siano cause fisiologiche che impediscano il concepimento. La forte relazione esistente tra mente e corpo è esaltata dall'ipnosi, e spesso, con un trattamento di poche sedute, si realizza il concepimento. Molti studi suggeriscono un collegamento positivo tra fertilità e un trattamento ipnotico.

L'ipnosi agisce su molti livelli, il primo dei quali è quello relativo allo stress e alla frustrazione causata dai numerosi tentativi falliti di concepire. In seguito si cercano e risolvono eventuali blocchi che possono impedire il concepimento.

I cambiamenti che si sperimentano con l'ipnosi spesso riguardano anche altre aree della vita, e durano ben oltre il concepimento e la nascita de figlio.

martedì 17 febbraio 2009

Test ipnotici

L'ipnosi è anche divertente, e può essere utilizzata a scopo ricreativo in maniera semplice e divertente da tutti. Non c'è bisogno di essere ipnotisti da palcoscenico per realizzare semplici giochi o trucchi, come quelli utilizzati dai mentalisti.

Qui propongo una serie di test di ipnotizzabilità, che servono a verificare la disponibilità all'ipnosi di una persona. Sono utilizzati in vario modo dagli ipnotisti da palcoscenico, e possono essere fatti da tutti per gioco. Se saprete presentarli bene, facendo in modo di accrescere la tensione e l'aspettativa di chi partecipa al numero, il successo è assicurato.

Dita magnetiche

Consiste nel far giungere le mani al soggetto, chiedendogli di estendere i due indici. Con le mani serrate e gli indici tesi, gli si chiede di separare gli indici quanto più possibile, senza sforzare troppo. Gli indici dovrebbero trovarsi a circa due centimetri l'uno dall'altro.

A questo punto si chiede al doggetto di immaginare che i suoi indici sono due magneti che si attirano irresistibilmente l'uno verso l'altro. Chiedete al soggetto di pensare soltanto a questo, di fare in modo che nessun pensiero estraneo si intrometta. Ditegli che più gli indici si avviceneranno tra loro, maggiore darà la forza con cui si attirano.

Appena vedete il più piccolo movimento, caricate la vostra voce in sintonia con i movimenti delle dita. Ditegli che quando le dita si toccheranno, saranno unite così fortemente che non potranno essere separate.

Quando le dita si toccano, chiedete al soggetto di provare a separarle, attendete qualche secondo che faccia il tentativo e poi dite "Adesso puoi separarle".

Questo semplice esercizio può essere fatto anche con i gruppi. In questo caso non tutti i soggetti risponderanno alla stessa maniera, ma la maggior parte delle persone porterà a termine l'esercizio.

Mani magnetiche

Simile al precedente, consiste nel far estendere le braccia davanti al soggetto con gli occhi chiusi all'altezza del viso. Con le braccia in questa posizione si chiede al soggetto di girare le palme verso l'interno, in modo che il palmo della mano destra e sinistra siano uno di fronte all'altro. A questo punto si chiede al soggetto di immaginare che le sue mani siano due magneti che si attirano tra loro, nessun pensiero estraneo si deve insinuare nella mente.

Appena le mani cominciano a muoversi sottolineate che si stanno muovendo sempre più velocemente l'una verso l'altra, mano a mano che si avvicinano.

Quando le mani si toccano, attendete qualche secondo e fate aprire gli occhi al soggetto.

Questo esercizio può essere fatto anche con i gruppi. Se fate le cose per bene la maggior parte dei soggetti dovrebbe ottenere l'effetto desiderato.

sabato 14 febbraio 2009

Antica ipnosi

Oggi che l'ipnosi sta conquistando anche in Italia lo spazio che merita come trattamento complementare o alternativo, si da grande spazio alla nuova ipnosi, e i suoi fautori attaccano i precursori accusandoli di utilizzare tecniche ipnotiche rudimentali e poco efficaci.

Oggi va di moda il discorso terapeutico, l'ipnosi nascosta, il linguaggio assume più valore del rapporto, bisogna ratificare la trance, etc. Dell'ipnosi originaria si è perso il senso e smarrito il fine.

Se chi parla tanto della nuova ipnosi si fosse preso la briga di andarsi a leggere i libri dei primi ipnotisti, Braid, Liebeault, Bernheim, scoprirebbero cose assai interessanti, e constaterebbe che tutto quello che è stato detto in seguito, era già noto ai tempi dei nostri bisnonni. Altre tecniche si sono aggiunte senza dubbio in seguito, ma i principali fenomeni erano stati individuati e i trattamenti dell'ipnosi estesi agli stessi problemi di oggi.

Se poi andiamo ancora più indietro con il tempo scopriamo che le stesse cose erano note ai primi mesmeristi, che facevano sotto un altro nome quella che oggi chiamiamo ipnosi. Leggendo attentamente i primi mesmeristi, come Puysegur, il discepolo prediletto di Mesmer,si scopre che l'alone di magia e misticismo che riguardava le forze magnetiche, non era poi così determinante, se Puysegur stesso dice "Vi ho detto, nella prima sezione di questo addestramento, che per magnetizzare, non è necessario sapere se esiste o meno un fluido magnetico; ve lo ripeto ancora, quello è perfettamente inutile".

Analizzando le tecniche utilizzate dai mesmeristi, si scopre che avevano lo stesso scopo e gli stessi effetti di quelle odierne, e che erano ben presenti i principali fenomeni ipnotici, come la catalessia delle palpebre, che si sapeva valutare la profondità di trance di un soggetto con la stessa accuratezza di oggi.

Per quanto riguarda l'utilizzazione della trance ipnotica, si affidavano al giudizio del "sonnambulico", ritenendolo perfettamente in grado di risolvere il suo problema. Puysegur chiedeva direttamente alla persona in ipnosi, tramite domande, come risolvere il suo problema:

"Che effetto ti farà?" (chiede a un soggetto riguardo a ciò che questi aveva prescritto per se stesso)

Risposta del soggetto

"Dormirò tranquillamente sei ore di seguito, non vomiterò che una volta soltanto; I dolori delle coliche mi risveglieranno, andrò di corpo una sola volta, subito dopo non sarò più così intorpidita e non avrò più bisogno di essere così a lungo in crisi".
E così fu.

Puysegur, parlando delle capacità dei suoi "sonnambuli", conclude: "se in trent'anni di osservazioni non avessi visto visto, non dico dieci, ma uno solo che si fosse sbagliato una volta [su quello che lo riguarda], non avrei oggi alcuna sicurezza".

Oggi si cita tanto Erickson sull'utilizzazione delle risorse interne della persona, solo perché Puysegur è sconosciuto ai più, appena un nome sulla timeline della storia dell'ipnosi.
Invece fu molto importante allora e dovrebbe essere riscoperto oggi, perché ci insegna ad avere cura delle persone e il suo ammonimento rimane ancora valido e attuale a quasi due secoli di sistanza: "Abbiamo detto e provato con i fatti, che la pietà, la compassione, l'interesse che abbiamo per le sofferenze e i mali dei nostri simili, sono il più potente mezzo che abbiamo per lo sviluppo delle nostre facoltà magnetiche.".

Dall'antica ipnosi, chi vuole fare l'ipnotista, impara che ieri come oggi, deve avere ben presente nella sua mente, prima ancora delle tecniche e delle teorie, l'interesse per la persona.