L'inconscio è morto, viva l'incoscio.
Un ipnotista non dubita nemmeno un istante dell'esistenza di processi inconsci, qualunque cosa questa metafora stia a significare, perché li vede all'opera ogni volta che ipnotizza. Paure, ansie, dolori cronici, spariscono a volte come per incanto, dopo pochi minuti di ipnosi, con l'applicazione di ... nulla, senza alcuna partecipazione evidente della persona al processo e senza che lei stessa ne sia consapevole. Sembra che un consigliere interno abbia agito in sua vece, risolvendo le cose. Sconcertante, ma vero, e molto comodo da utilizzare.
L'ipnosi ha anche un grande impatto sul sistema neurovegetativo, senza che esista un'ipotesi plausibile sulle cause per cui questo avviene. Che l'ipnosi agiscaattivando meccanismi finora sconosciuti e sfuggiti a numerose indagini, è un fatto accertato e acquisito come un dato di fatto dagli ipnotisti, che peraltro, nella pratica quotidiana, guardano ai risultati ottenuti con l'ipnosi piuttosto che alle teorie.
LeDoux (1996) in base ai presupposti della "rivoluzione cognitiva" il movimento che sosteneva che la psicologia diventasse una scienza obiettiva basata su comportamenti osservabili nei test effettuati su soggetti, reintrodusse l'idea che l'esame dei processi inconsci, fosse un obiettivo leggittimo dell'interesse scientifico.
Putroppo per lui, e per noi poveri ipnotisti, Kent Berridgeat (University of Michigan), ha portato avanti alcune ricerche sul tema dell'inconscio, e nonostante alcune buone evidenze, in uno studio di Berridge & Winkielman (2003) affermano che l'esistenza di emozioni inconsce è ancora controverso.
Insomma, sembra che l'inconscio non esista, o almeno qualcuno lo mette in dubbio.
In attesa che ulteriori ricerche facciano luce sulla spinosa questione, l'ipnosi continuerà ad utilizzare l'immaginazione e le emozioni, la trance e i processi inconsci, come fa ormai da molto tempo con successo. Se poi l'inconscio non dovesse proprio esistere, ce ne faremo una ragione, e continueremo ad andare avanti per la nostra strada.
Consulta le ricerche originali.
LeDoux, J. (1996). The emotional brain: the mysterious underpinnings of emotional life. London: Simon & Schuster.
Berridge, K., Winkielman, P. (2003). What is an unconscious emotion? (The case for unconscious "liking"). Cognition Emotion, 17(2), 181-211
Nessun commento:
Posta un commento