martedì 3 marzo 2009

Tecniche di meditazione


Esistono differenti modi di meditare, quante sono le persone sul pianeta. Le differenti tecniche che si insegnano per meditare, riflettono questa verità fondamentale. Nessuno di noi è uguale ad un'altro, al massimo possiamo essere simili. Se state utilizzando un metodo di meditazione che non vi soddisfa, cambiatelo completamente. Se non funziona, se non riuscite ad utilizzarlo, se è "scomodo", vuol dire che non fa per voi.

Di seguito vi presento un elenco delle varie tecniche che si possono utilizzare per meditare. Ognuna di queste tecniche percorre una strada diversa che conduce allo stesso luogo: la pace mentale. E' importante scoprire qual è la strada che possiamo percorrere più facilmente, senza che ci siano ostacoli a bloccare il cammino. Una strada da percorrere con gioia, a nostro agio, secondo i nostri ritmi e i nostri tempi, sicuri che ci porterà prima op poi nel luogo in cui avremmo sempre voluto essere.

Rilassamento 

Almeno qui da noi, in occidente, rilassamento e meditazione sono considerati sinonimi. Non c'è bisogno di essere rilassati per meditare, ma sicuramente, almeno per i principianti, rilassarsi può aiutare. In questo caso utilizzate le tecniche di Edmund Jacobson, che conducono facilmente ad un profondo rilassamento fisico. Potete utilizzare anche tecniche indirette di rilassamento, come l'autoipnosi o il training autogeno. Ciascuno di questi metodi, se fatto appropriatamente, porta ad un profondo rilassamento fisico. 

Respiro

l'utilizzo del respiro è presente in tutte o quasi le tecniche di meditazione. Possiamo usare il respiro in maniera passiva, respirando senza controllo cosciente, o attiva, respirando in maniera cosciente. In quest’'ultimo caso il punto focale su cui concentriamo la nostra concentrazione è il respiro stesso. Va praticato con accortezza cominciando con pochi minuti al giorno fino ad arrivare a mezz'ora.


Mantra 

Il mantra è parola specifica che il meditante ripete senza sosta durante la meditazione, è uno dei metodi che caratterizzano le pratiche meditative. Anzi, può essere considerato il tratto distintivo delle pratiche di meditazione. 

Appartengono a questa tipologia:

  1. Meditazione trascendentale una tecnica derivata dalla tradizione orientale da Maharishi Mahesh. Meditando su un mantra personale, assegnato durante una breve cerimonia di addestramento, si raggiunge la calma della mente e l'assenza dei pensieri.
  2. Relaxation response è una tecnica introdotta negli anni 70 dal dottor Benson, e consiste nella ripetizione continua di un numero o una breve frase. Ha origini dalla meditazione trascendentale, studiata da Benson nel suo libro "The relaxation response". Pur potendo essere considerata una tecnica di meditazione, ha come scopo di permettere il rilassamento di chi la pratica al fine di ridurre lo stress.
  3. Clinically Standardized Meditation sviluppato da Patricia Carrington in seguito ai suoi studi effettuati all'università di Princeton negli anni 70. E' una modifica della ripetizione del mantra. Il mantra, scelto tra sedici mantra Sanscriti o da se stessi, è ripetuto all'inizio a voce alta per poi scendere di volume fino a ridursi ad un sussurro. A questo punto il mantra è solo pensato.


Concentrazione 

le tecniche che prevedono di concentrarsi su un singolo oggetto o pensiero, sono come il mantra, considerate un tratto distintivo della meditazione. Lo stesso effetto lo si può raggiungere praticando autoipnosi, che consiste in una forma di monoideismo. Utilizzando queste tecniche non si eliminano i pensieri, ma si lasciano lì, non dandogli importanza, come prevede il metodo di meditazione di Maeres, che è un adattamento dello psichiatra australiano delle tecniche di meditazione orientali.


Mindfulness-Based stress reduction

Un'altra tecnica per la riduzione dello stress e la pratica della meditazione adattata al mondo occidentale. Si deve a Jon Kabat-Zinn, del centro medico dell'università del Massachusetts. Fu originariamente ideata per trattare pazienti con dolore cronico. La pratica si è poi estesa e può essere utilizzata per ottenere una maggiore consapevolezza dei modi in cui pensieri, sensazioni, comportamenti determinano la nostra salute emotiva, fisica e spirituale.


Tecnica dello specchio

Consiste nel mettersi di fronte ad uno specchio e guardare la propria immagine riflessa per circa venti minuti. Passato questo periodo di tempo si chiudono gli occhi e si medita per altri venti minuti. Una variante consiste nell'illuminare debolmente lo specchio con una luce in una stanza buia, in modo che si veda solo il proprio volto riflesso nello specchio. Un'altra variante consiste nel fissare i propri occhi nello specchio, fino ad entrare in uno stato di autoipnosi.

giovedì 26 febbraio 2009

Provare l'esistenza dell'inconscio

L'inconscio è morto, viva l'incoscio.

Un ipnotista non dubita nemmeno un istante dell'esistenza di processi inconsci, qualunque cosa questa metafora stia a significare, perché li vede all'opera ogni volta che ipnotizza. Paure, ansie, dolori cronici, spariscono a volte come per incanto, dopo pochi minuti di ipnosi, con l'applicazione di ... nulla, senza alcuna partecipazione evidente della persona al processo e senza che lei stessa ne sia consapevole.

Sembra che un consigliere interno abbia agito in sua vece, risolvendo le cose. Sconcertante, ma vero, e molto comodo da utilizzare.

L'ipnosi ha anche un grande impatto sul sistema neurovegetativo, senza che esista un'ipotesi plausibile sulle cause per cui questo avviene. Che l'ipnosi agiscaattivando meccanismi finora sconosciuti e sfuggiti a numerose indagini, è un fatto accertato e acquisito come un dato di fatto dagli ipnotisti, che peraltro, nella pratica quotidiana, guardano ai risultati ottenuti con l'ipnosi piuttosto che alle teorie.

LeDoux (1996) in base ai presupposti della "rivoluzione cognitiva" il movimento che sosteneva che la psicologia diventasse una scienza obiettiva basata su comportamenti osservabili nei test effettuati su soggetti, reintrodusse l'idea che l'esame dei processi inconsci, fosse un obiettivo leggittimo dell'interesse scientifico.

Putroppo per lui, e per noi poveri ipnotisti, Kent Berridgeat (University of Michigan), ha portato avanti alcune ricerche sul tema dell'inconscio, e nonostante alcune buone evidenze, in uno studio di Berridge & Winkielman (2003) affermano che l'esistenza di emozioni inconsce è ancora controverso.

Insomma, sembra che l'inconscio non esista, o almeno qualcuno lo mette in dubbio.

In attesa che ulteriori ricerche facciano luce sulla spinosa questione, l'ipnosi continuerà ad utilizzare l'immaginazione e le emozioni, la trance e i processi inconsci, come fa ormai da molto tempo con successo. Se poi l'inconscio non dovesse proprio esistere, ce ne faremo una ragione, e continueremo ad andare avanti per la nostra strada.

Consulta le ricerche originali.

LeDoux, J. (1996). The emotional brain: the mysterious underpinnings of emotional life. London: Simon & Schuster.

Berridge, K., Winkielman, P. (2003). What is an unconscious emotion? (The case for unconscious "liking"). Cognition Emotion, 17(2), 181-211

domenica 22 febbraio 2009

Dieci domande, dieci risposte

Dieci risposte alle dieci domande più comuni e diffuse riguardo all'ipnosi, che tutti fanno o hanno pensato di fare almeno una volta. 

I pregiudizi e le mistificazioni sull'ipnosi sono così tanti e così profondamente radicati, che hanno contribuito a creare una sorta di misticismo sui poteri dell'ipnotista e su quello che con questi poteri si può realizzare. Più di una persona, quando viene a sapere che sono un ipnotista, mi dice senza scherzare: "Ti prego non guardarmi negli occhi.", e si tratta di adulti con un ottimo profilo culturale.

E' difficile credere che la stessa cosa che ti fa fare il tacchino sul palcoscenico possa essere reputata una scienza da molti seri e onesti scienziati, e da tanti ipnotisti che la usano per il benessere dei loro clienti.

Sfatare l'alone di magia così strettamente legato all'ipnosi è difficile ma non impossibile, una volta che si sappia rispondere correttamente a una serie di domande, che sono quelle che più di altre tradiscono la paura che forma la base dei pregiudizi sull'ipnosi. Quando si ha paura di qualcosa si tende a raffigurarsela come grande, potente, sovraumana e invincibile: nessuno ha paura di un passerotto, a meno che sia convinto che possa pietrificare gli uomini con lo sguardo. 

A contribuire all'immagine invincibile e terrificante dell'ipnosi, hanno dato un grande contributo gli spettacoli da palcoscenico. Quando salite su un palco preceduti dalla fama di grande ipnotista a cui nessuno può resistere, avrete un successo straordinario. Anche i Beatles fecero qualcosa di simile, infatti ai primi concerti il loro agente mandò delle ragazze davanti al palco a urlare e svenire. Indovinate cosa succedeva nei concerti successivi? Non c'era bisogno di mandare nessuna ragazza, ci andavano da sole a svenire.

La domanda al primo posto nella lista riguarda la paura di perdere la nostra identità.

Perdo conoscenza quando sono in ipnosi?

Assolutamente no. Si sente tutto quello che succede intorno, ma la nostra attenzione è focalizzata all'interno, per cui quello che accade fuori, a meno che non sia un pericolo, non ci disturba, e possiamo ignorarlo e fare come se non esistesse. Continuiamo a pensare e non ci dimentichiamo chi siamo né cosa stiamo facendo, non diventiamo automi.

Cosa succede se non mi sveglio?

La domanda al secondo posto è legata alla paura di perdere a tal punto il controllo della nostra mente da rimanere perduti in una sorta di limbo senza ritorno. In realtà l'ipnosi non è uno stato di sonno, anche quando ne ha tutte le apparenze esteriori, e cessa naturalmente dopo qualche tempo, se non si è più in contatto con l'ipnotista.

L'ipnosi è pericolosa?

Più un'affermazione che una domanda. Quando si approfondisce l'argomento si scopre che l'ipnosi è assolutamente innocua e sicura, come testimonia l'ampia letteratura sull'argomento.

Dirò tutti i miei segreti?

No, in ipnosi si parla poco, e quando si parla si ha la stessa volizione che nello stato di veglia. Non si dice nulla di improprio o che non si voglia rivelare. 

Farò cose immorali?

In ipnosi non si perde coscienza e non si perdono di conseguenza i propri valori morali. Le azioni indesiderate non sono eseguite.

L'ipnotista leggerà la mia mente?

E' una domanda che mi è stata fatta più volte, e a cui ho sempre risposto: magari. Sarei veramente curioso di riuscire a scoprire se ci sono cose tanto diverse nella mente di un'altra persona, rispetto a quelle che ci sono nella mia.

L'ipnosi funziona?

L'ipnosi è un modo semplice, rapido ed efficace per conquistare un maggiore controllo sui propri comportamenti, emozioni e benessere.

L'ipnosi è paurosa?

No, anche se non è rilassamento, si accompagna di solito a un profondo e benefico rilassamento, che di per sé è molto piacevole e salutare, e che sperimentiamo poche volte nella vita con la profondità con cui si sperimenta in ipnosi.

Farò qualcosa di stupido?

Nessuno ipnotista che abbia a cuore l'ipnosi e il benessere del suo cliente farebbe fare qualcosa di stupido.

sabato 21 febbraio 2009

Troppo semplice

Benson era un medico che scrisse negli anni settanta anni fa un libro che ancora oggi è assai famoso, dal titolo "The Relaxation Response".

Il libro dimostra come lo stress influenzi negativamente la nostra vita, e possa essere causa di disturbi e malanni. Allo stesso tempo dimostra come la semplice pratica della meditazione abbia degli effetti benefici sul nostro intero organismo. Il libro, alla sua uscita, conquistò la vetta nelle classifiche di vendita.

Benson fu un precursore della ricerca mente-corpo, e propose nel suo libro un sistema assai semplice per riconquistare la calma e abbattere lo stress. Lo fece saccheggiando quello che le filosofie orientali conoscevano già da aleno 5.000 anni, e studiando profondamente la meditazione trascendentale, ma lo fece in modo da renderlo accettabile al pubblico occidentale, che non ha nessuna intenzione di far ruotare la propria vita intorno a una filosofia mistica o all'esercizio delle pratiche di meditazione.

Vogliamo cose veloci, rapide, efficienti, che non facciano perdere tempo, perché nella nostra vita affannata in mezzo al traffico delle città, tempo ne abbiamo davvero poco. Inoltre siamo impazienti, e vogliamo vedere subito i risultati. Sapere che saremo santi tra dieci anni non ci interessa, preferiamo essere beati subito.

Da questo punto di vista il metodo di Benson è imbattibile, infatti si tratta di :
  1. Respirare profondamente
  2. Ripetersi una parola o una frase
  3. Ripetere i passi 1 e 2 per 10-20 minuti al giorno
Quando lo propongo o lo insegno insieme ad altre tecniche di rilassamento, la domanda più frequente è "Tutto qui?!", con un misto di perplessità e sfiducia. La risposta è un semplice e definitivo sì: basta farlo e farlo bene. Non occorre veramente altro. I risultati arrivano con una pratica regolare. Se qualcosa sembra semplice, non vuol dire che non sia potente.

Se avete venti minuti al giorno per starvene in pace con gli occhi chiusi, utilizzate con fiducia questo sistema, il tempo speso vi ripagherà in efficenza, calma e tranquillità. Affronterete meglio le situazioni stressanti e perderete la calma con minore frequenza.

"Non vale. tutto questo, 10 o 20 minuti della vostra giornata?”

giovedì 19 febbraio 2009

Ipnosi di fatto e di nome

Una ricerca di Balaganesh Gandhi e David A. Oakley dal titolo "Does ‘hypnosis’ by any other name smell as sweet? The efficacy of ‘hypnotic’ inductions depends on the label ‘hypnosis’", studia qual'è l'impatto del termine ipnosi sull'efficacia delle procedure diinduzione ipnotica.

Due gruppi di soggetti sono stati sottoposti alla stessa tecnica ipnotica, ma al primo gruppo era stato detto che sarebbe stata effettua una tecnica di rilassamento, al secondo gruppo che sarebbe stata effettuata una tecnica ipnotica. I due gruppi sono stati successivamente misurati per verificare la loro suggestionabilità prima e dopo una procedura ipnotica, che era stata chiamata "ipnosi" o "rilassamento" a seconda dei gruppi.

La ricerca ha mostrato che la procedura produceve un modesto incremento di suggestionabilità quando era chiamata "rilassamento", ma uno assai maggiore quando era chiamata "ipnosi".

Sembra insomma che l'ipnosi sia tale non solo di fatto, ma anche di nome.
D'altra parte è noto da tempo presso gli ipnotisti, che le aspettative del soggetto accrescono di molto i risultati. La fede smuove le montagne, all'ipnosi basta solo un po' di fiducia.

Riferimenti :  efficacia del termine ipnosi

Autoipnosi come fare

L'autoipnosi è una capacità, e come tale può essere appresa e sviluppata. L'importante è impararla in maniera corretta, in modo da non fare errori che se reiterati nella pratica rendono il processo di autoipnosi inefficace e difficile da correggere in seguito.

Questa è uno schema di misurare da adottare per sviluppare le proprie capacità autoipnotiche.

Primo passo

Scegliere uno massimo due obiettivi. Gli obiettivi devono essere misurabili e raggiungibili. Ad esempio potete decidere di rimanere senza sigarette per cinque giorni, o semplicemente di rinunciare alla sigaretta del mattino, oppure di affrontare il prossimo esame tranquilli e sereni. Questi sono esempi di obiettivi misurabili e raggiungibili.

Piacere a tutti, è un obiettivo misurabile solo se interrogate le altre pesone, se siete sicuri che vi dicano la verità, e soprattutto irraggiungibile per quanto simpatici e piacevoli possiate essere. Almeno una persona sulla faccia della terra che non vi ama la troverete.

Un altro esempio di obiettivo irraggiungibile è quello che coinvolge le azioni e le intenzioni di un'altra persona. Fare autoipnosi perché qualcuno si innamori di voi è tempo perduto. Diventerete adorabile, affascinante e seducente, magari, ma il risultato finale non dipende da voi in questo caso.

Secondo passo

Cominciate a praticare regolarmente autoipnosi. Usate un processo di induzione che vi è stato insegnato, uno stimolo-chiave o un'ancora che avete deciso con il vostro ipnotista, o ascoltate un cd o un mp3 con l'induzione. Può essere stata preparata da voi stessi, da un ipnotista o acquistata in rete. L'importante è che vi faccia raggiungere un buono stato d'ipnosi.

Prima di cominciare l'induzione, stabilite quanto tempo deve durare. Il vostro inconscio calcola il tempo meglio di qualsiasi orologio, e vi sveglierà dopo il tempo statbilito con una precisione stupefacente.

Terzo passo

Utilizzate le suggestioni opportune nel modo previsto dalla vostra procedura di induzione. Alcune procedure di induzione prevedono che le induzioni siano somministrate prima, altre dopo il processo di induzione. Qualunque sistema utilizziate fate in modo di scrivere suggestioni che siano brevi, espresse in forma positiva e centrate solo sul problema che volete risolvere. Se mirate al sole e alla luna mancherete entrambi i bersagli.

Se vi piace, utilizzate l'immaginazione per entrare con il maggiore dettagli possibile in una scena in cui vedete risolto il vostro problema e vi sentite confidenti e orgogliosi di avercela fatta. Siate dei bravi registi di voi stessi, costruite le scene con cura, metteteci dentro colori, sapori, odori, suoni e sensazioni. utilizzate qualunque cosa vi venga in mente.

Quarto passo

Accetatte qualunque immagine venga alla mente e osservate curiosi quello che succede. Abbandonatevi al flusso dei vostri pensieri, e se ne capita qualcuno di estraneo ditegli semplicemente di andare via, vedrete che in breve tempo sparirà.

Quinto passo

Se non avete stabilito nessun tempo limite per la seduta contate da uno a cinque per risvegliarvi, oppure affidatevi al CD che state ascoltando, che dovrebbe contenere la procedura di risveglio.

Quindi riaprite gli occhi e godetevi il resto della giornata.

Se vi siete fissati un limite di tempo prima della seduta, stimate quanto tempo è durata secondo voi, e confrontatela con il responso dell'orologio. Se la seduta vi è sembrata più corta o più lunga di quanto verificato con l'orologio, vuol dire che avete sperimentato una distorsione temporale, un buon indicatore dell'esperienza di trance.

mercoledì 18 febbraio 2009

Ipnosi e fertilità

Quando si desidera un bambino che non arriva, si prova in tutti in modi di averlo, ma nonostante gli esami clinici siano negativi, non succede nulla. Sembra che più si prova ad avere un figlio, meno si riesca.

Ci sono molte opportunità messe a disposizione dalla medicina, ma nonostante i progressi il loro tasso di successo è soltanto del 20%.

L'ipnosi può risolvere il problema dell'infertilità. Studi effettuati in Israele dal professor Eliahu Levitas, ad esempio, indicano come la possibilità di impiantare un embrione salgano fino al 55% nelle donne sottoposte a sedute di ipnosi, rispetto al 20% che non aveva seguito lo stesso sistema.

L'ipnosi può essere utilizzata anche per trovare la fertilità perduta, quando non ci siano cause fisiologiche che impediscano il concepimento. La forte relazione esistente tra mente e corpo è esaltata dall'ipnosi, e spesso, con un trattamento di poche sedute, si realizza il concepimento. Molti studi suggeriscono un collegamento positivo tra fertilità e un trattamento ipnotico.

L'ipnosi agisce su molti livelli, il primo dei quali è quello relativo allo stress e alla frustrazione causata dai numerosi tentativi falliti di concepire. In seguito si cercano e risolvono eventuali blocchi che possono impedire il concepimento.

I cambiamenti che si sperimentano con l'ipnosi spesso riguardano anche altre aree della vita, e durano ben oltre il concepimento e la nascita de figlio.